Clap! Clap! @Locomotiv Club, Bologna

La prima volta che ho sentito un DJ set di Cristiano Crisci è stato circa 5 anni fa. Non ricordo chi lo ha proposto per primo alla radio: forse era Carlo Pastore (Babylon, Radio 2), o forse Raffaele Costantino (Musical Box, Radio 2), oppure Alessio Bertallot (che all’epoca faceva Rai Tunes, sempre su Radio 2). Fatto sta che nel giro di poche settimane, forse qualche mese, tutti e tre o l’hanno ospitato, o ne hanno proposto i brani o ne hanno parlato in modo estensivo: ne hanno insomma presto riconosciuto il valore. L’elemento che colpiva immediatamente, ancora prima di sentirlo all’opera, erano gli pseudonimi che sceglieva: Digi G’Alessio, e prima ancora Paura Lausini. A prescindere da ogni altra considerazione, uno che decide di farsi riconoscere così ha già di per sé qualcosa di geniale e di malato (nel senso buono) dentro: solo nello pseudonimo si distacca così ironicamente dal concetto di canzonetta popolare italiana e sta già comunicando qualcosa di estremamente chiaro.

Ma la vera sorpresa è stata vederlo all’opera: un’energia così non l’ho vista proprio da nessuna parte.

Raggiunto presto un discreto successo nell’ambito dei club e dei festival italiani, Cristiano Crisci vara un nuovo progetto: manda in pensione i vecchi pseudonimi, comprensibili e apprezzabili in tutte le loro connotazioni per lo più solo a livello locale, e fa nascere Clap! Clap!, l’identità che lo accompagnerà in un salto deciso verso il successo internazionale.

Il primo album di Clap! Clap! è del 2014 e si chiama “Tayi Bebba”. Cristiano Crisci va a prendere suoni, atmosfere e ritmi africani e tribali, e li porta dentro i nostri club fondendoli con l’elettronica e la techno, creando qualcosa di nuovo. Da quel momento accade tutto molto rapidamente: fra il 2015 e oggi viene premiato al Worldwide Gilles Peterson Awards a Londra, viene prodotto da Black Acre e distribuito da Warp records, registra una sessione epica con Boiler Room, viene scelto da Paul Simon per fare da produttore di alcuni pezzi dell’ultimo album, e in tutto questo continua a divertire e a divertirsi dal vivo con una potenza scenica incredibile: quando suonava Digi G’Alessio venivano giù i locali? Continuano a venir giù anche quando suona Clap! Clap!

L’ultimo lavoro (Gennaio 2017) si chiama “A Thousand Skyes” ed è disponibile per l’ascolto qui:

“A Thousand Skies” è un lavoro in chiara continuità con “Tayi Bebba”. In questa bella intervista su Internazionale è possibile sentire Cristiano raccontare qualcosa di più del racconto che vi è fra i due album.

Il valore di una forma d’arte, per essere compreso a pieno deve essere calato nel contesto storico in cui ha luogo e si esprime. In questo senso, il messaggio musicale di Cristiano Crisci, globale, trasversale, positivo e inclusivo, è di grande valore proprio oggi: dovremmo tutti pensare a costruire il nostro mondo nello stesso modo in cui lui pensa a costruire la sua musica. Eppure, poiché si tratta di musica destinata ai club, e poiché si fa uso di strumenti per lo più elettronici per suonarla, l’opera di Clap! Clap! ottiene i giusti riscontri solo nell’ambito della “sottocultura” a cui appartiene. Ed è un peccato, perché si tratta comunque di un messaggio musicale innovativo, attuale e ricercato.

Qui sotto c’è l’incredibile sequenza di fotografie che ho avuto il privilegio di scattargli, grazie ancora una volta agli amici di Kalporz. (Nota tecnica per i fotografi: fra il buio pesto e il fatto che si muove come un ossesso, non so come ho fatto a portare a casa le foto. Ringraziamo i 12.800 iso della D750 e le lenti f/1.4).

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