Un grande, enorme Mulatu Astatke ha incantato il Locomotiv, che per l’occasione ha registrato un prevedibile tutto esaurito.
Mulatu incanta per la sua autorevolezza, la sua disinvoltura ed il suo carisma. Incanta perché fonde il jazz e i ritmi africani con naturalezza assoluta. Lo fa con l’aiuto di una band di livello altissimo: eccellenti soprattutto il percussionista, il batterista e gli archi (sul palco c’era una viola ed un contrabbasso).
Si è volato alto al Locomotiv, brividi di emozione e sincera incredulità di fronte alla bellezza di alcuni passaggi. Come quando il contrabbasso e la batteria hanno duettato in una jam session di una decina di minuti inventandosi cose incredibili (alla faccia della drum&bass). Oppure quando il percussionista da solo ha proposto un canto africano, sorprendendo tutti sia per la voce potente e cristallina, sia per la varietà e la singolarità degli strumenti con i quali ha accompagnato il suo pezzo.
Caro Mulatu, sei così bravo che ti perdoniamo pure di avere composto un pezzo dedicato a te stesso a cui hai dato il tuo stesso nome. Un po’ autocentrato? Ma si: te lo puoi permettere.