Il nuovo singolo di Bonobo: Kerala

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E’ appena uscito il primo singolo “Kerala” che farà parte del quarto album di Bonobo “Migration” previsto per Gennaio 2017.

Una prima versione del brano è nata mentre Simon Green aka Bonobo era in tour negli USA nel 2014.

Qui sotto il video che porta la firma di Byson (ha collaborato anche con Jon Hopkins ed i London Grammar) nel quale Gemma Aerton si muove a suon di beat e loop e fugge da un non ben definito oggetto volante.

I Kraftwerk annunciano nuove date

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Stamane i Kratwerk hanno annunciato le nuove date del loro tour direttamente dalla loro pagina Fb.

Peccato che l’Italia non è nella lista, come l’anno scorso, se proprio non volete perderli sarete costretti a programmare una gita fuori porta in Irlanda oppure in UK.

Ecco i dettagli:

02 JUN 2017  DUBLIN BORD GAIS ENERGY THEATRE 3D CONCERT
04 JUN 2017  BELFAST WATERFRONT HALL 3D CONCERT
09 JUN 2017  GLASGOW ROYAL CONCERT HALL 3D CONCERT
10 JUN 2017  EDINBURGH USHER HALL 3D CONCERT
11 JUN 2017  LIVERPOOL PHILHARMONIC HALL 3D CONCERT
13 JUN 2017  BIRMINGHAM SYMPHONY HALL 3D CONCERT
14 JUN 2017  GATESHEAD THE SAGE 3D CONCERT
15 JUN 2017  SHEFFIELD CITY HALL 3D CONCERT
17 JUN 2017  BRISTOL COLSTON HALL 3D CONCERT
18 JUN 2017  NOTTINGHAM ROYAL CONCERT HALL 3D CONCERT
19 JUN 2017  MANCHESTER BRIDGEWATER HALL 3D CONCERT
21 JUN 2017  LONDON ROYAL ALBERT HALL 3D CONCERT
22 JUN 2017  LONDON ROYAL ALBERT HALL

NEIL YOUNG, e la WILLIE NELSON FAMILY: racconto di un concerto

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È stato il mio primo concerto di Neil Young, e più che tale lo descriverei come un vero e proprio  un battesimo.

Per questo tour  “Rebel Content Tour” il rocker canadese, ha scelto una band di ragazzi giovani : i Promise Of The Real.

Con loro è entrato in studio e ha composto il suo ultimo album, The Monsanto Years, e in qualche modo ha ripreso  quello che aveva creato e ormai abbandonato da tempo, con i Crazy Horsee, e direi che la formula è risultata vincente.

Iniziamo dalle soprese a 70 anni Mr Young suona quasi 160 minuti e dimostra a tutti che il vero “giovane” sul palco è proprio lui.

Una carica, una grinta e soprattutto una voglia matta di suonare e sudare, di passare dal folk al rock con una naturalezza straordinaria, tenendo il pubblico sempre in tensione.

Lo show si svolge al Market Sound, nella più classica delle serate estive milanesi zanzare, afa ma con un leggero venticello che allieta i circa 5000 presenti e che in qualche modo aiuta anche gli artisti sul palco.

Passiamo alla scaletta, i pezzi scelti, sono tutti, mirati sin dall’inizio alle emozioni  per entrarti dritti nell’anima e nel cuore. Il concerto inizia con un solitario Mr Young seduto al piano con la sua armonica, un momento toccante e intimo che lascia trapelare la sensibilità dell’artista canadese.

Apre il concerto con una versione di After the Gold Rush da brividi, a seguire una struggente Heart of Gold per poi passare dalla chitarra acustica, e The Needle and the Damage Done all’organo.

Pochi fronzoli sul palco, entra la band ed esplode il suono elettrico e psichedelico delle tre chitarre intrise di feedback generato dagli ampli.

Dopo una versione che definirei inutile di “Nel blu dipinto di blu” cantata da Lukas Nelson, la nuova sorpresa è la comparsa sul palco del padre di due dei componenti della band: il grande Willie Nelson, che accompagna Young and Co. per due brani  Are There Any More Real Cowboys? E, On the Road Again ( cover dello stesso Nelson).

Degna di nota sicuramente una versione cruda di Cowgirl In The Sand che viene sparata diretta allo stomaco. Quasi 20 minuti, con Young che coinvolge e attira come una calamita  la band duellando a suon di assoli con Lukas Nelson. E’ un crescendo di brani intensi, struggenti come Vampire Blues, fino ad arrivare a “Rockin’ in the free world”, cantata in coro da tutto il pubblico, con il più classico dei break chitarra e batteria per poi ricominciare a far urlare a squarciagola tutti, anche lgi addetti alla sicurezza!.

Non finisce qui c’è spazio per il bis con Willie Nelson (Homegrown) con un finale in cui band e mr Young gli saltellano intorno come degli eterni ragazzini in un girotondo.

Neil ha dato dimostrazione che il Rock è vivo e che lui riesce ancora a catturare le anime del suo pubblico. Avrei desiderato ascoltare Hey Hey My My… Ma non si può avere tutto dalla vita!

Long live rock’n’roll.

 

SETLIST
After the Gold Rush
Heart of Gold
The Needle and the Damage Done
Mother Earth (Natural Anthem)
From Hank to Hendrix
Out on the Weekend
Comes a Time
Old Man
Nel blu dipinto di blu
Are There Any More Real Cowboys? (con Willie Nelson)
On the Road Again (con Willie Nelson)
Winterlong
Alabama
Words (Between the Lines of Age)
Powderfinger
Cowgirl in the Sand
Mansion on the Hill
Love to Burn
Western Hero
Vampire Blues
After the Garden
Revolution Blues

Seed Justice
Rockin’ in the Free World

BIS
Homegrown  (con Willie Nelson)

Raffaello Dell’Anna

FATIMA e la cover di TY Dolla $ign

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Fatima, poche ore fa ha pubblicato, sulla sua pagina di Soundcloud, una sua cover di Ty Dolla $ign, Straight Up ( dall’album Free TC) ha poi aggiunto il sound di DJ Screw ed ecco a voi il risultato.

Lei si chiede se TY Dolla $ign approverà, noi di sicuro!

La protesta di Anohni e la forza di Hopelessness

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Sono in metropolitana ed è il momento in cui preferisco ascoltare i dischi per la prima volta; guardarmi intorno mi costringe a concentrarmi su quello che ascolto.

Al lavoro ho fatto tardi e l’amica con cui condivido parte del viaggio conversando è scesa un paio di fermate prima. Accedo alla mia libreria e metto in casuale Hopelessness di Anohni. L’algoritmo di iTunes seleziona per me Obama e mi spiazza: la voce di Anohni, irriconoscibile su un tappeto sonoro elettronico, reitera parole che faccio fatica a capire. Mi riprometto di cercare il testo di questo mantra distorto una volta a casa. 

 

Nel frattempo il vagone si è riempito di facce intente a guardare in basso. Sembra che il mio telefono abbia capito e mi fa ascoltare Watch Me. Il paparino che osserva tutto e tutti, il controllore a cui abbiamo consegnato brandelli della nostra vita è voyeurismo di regime.
Ad un certo punto la voce incredibile di Anohni canta “Lo so che mi ami perché mi osservi sempre… proteggendomi dalla vita, paparino” mentre contemporaneamente le cinque persone sedute davanti a me sono intente a controllare chi la pagina Facebook, chi il profilo Whatsapp, chi la chat di Tinder. Istintivamente prendo il cellulare e chiudo le app, con un brivido.

“Non ti amo più; è da un po` e sono sicura. Mi hai lasciato per un’altra ragazza, mi hai lasciato in un mondo spezzato”. In I Don’t Love You Anymore è la prima volta che riconosco il vecchio Antony nella nuova Anohni; la malinconia e il romanticismo del primo hanno lasciato spazio al lucido dolore della seconda. E` l’epilogo alla storia di I’m in Love; i cigni sono volati via.
Intanto il cinquantenne davanti a me con la fede al dito sta ancora sfogliando su Tinder la galleria immagini.

Sono arrivato a Moscova. Finisco la mia corsa mentre inizia Drone Bomb Me. L’occhio mi cade su una giovane ragazza, appoggiata al muro del mezzanino. Sta lì, a gambe distese e pancione in vista, con un cartello in cui chiede aiuto. Nelle orecchie sento una giovane donna che quasi supplica il drone del titolo: “fammi saltare la testa, esplodere le mie interiora di cristallo, getta il mio porpora sull’erba… penso di voler morire”. La potenza della voce di Anohni è il contraltare all’assoluta impotenza della ragazza, il punto di vista di chi voce non ha. Istintivamente, come da volermi distaccare da ciò che sento e vedo, tiro fuori dalla tasca cinque euro e li porgo alla ragazza. Lei mi guarda per un secondo e mi obbliga a fare i conti con la sua condizione. Per Anohni è la stessa disperazione dell’eterno femminino, della parte debole del genere umano di cui descrive le violenze subite.

Sto infilando le chiavi di casa nella serratura e la voce di Anohni in Violent Men sta adesso cantando “non daremo più alla luce uomini violenti”. Penso che sia una visione semplicistica ma non posso non pensare alla ragazza incinta sulla banchina. E augurarmelo io stesso.

Marco Cavazzini

Scrivi un epigramma e Gramatik ti regala il suo EP

Epigram

L’artista si chiama Gramatik, “Epigramma” è il titolo del suo ultimo album e se ne scrivi uno per la copertina del disco, puoi scaricarlo gratis.

http://www.gramatik.net/
Se proprio ti piace e ti fa piacere, fai una donazione.Funziona, i Radiohead ci hanno fatto un sacco di soldi. Da qualche parte ho sentito che la media delle donazioni si aggirava intorno ai 50 euro. Insomma, alla fine di “In rainbows” hanno trovato la pentola con l’oro.
Sono sempre loro, i primi innovatori dei canali distributivi

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Per fortuna, ovunque è pieno di gente brava, lui si chiama Denis Jašarević  aka Gramatik, viene da Portorož Slovenia, la prima volta che l’ho ascoltato pensavo fosse il cugino di Biggie Small.
L’anno scorso ha fatto il saggio di fine anno al Sonar superandolo a pieni voti.

Suonerà a Roma il 20 Luglio e il 22 Luglio  a Milano.

Gianluca Sales

Flying Lotus pubblica tre tracce inedite

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Flying Lotus ha deciso di farci un regalo e pubblica su Soundcloud tre tracce inedite di You’re Dead!

Nelle prime due, ‘NO Feeer Thunnderrrcatt2010 e Haleys Line//thundercat c’è il tocco di Thundercat con i suoi giri di basso. La terza è TDC Alt Experiment che riprende Turkey Dog Coma

Ascoltiamole ed intanto aspettiamo il nuovo album di FlyLo

 

 

 

 

 

 

 

Thom Yorke collabora con Mark Pritchard e regala la sua voce a “Beautiful People”

 

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L’album di Mark Pritchard, Under the Sun,  uscirà il prossimo 13 Maggio, come teaser è appena uscito un singolo con un feature d’eccezione: Thom Yorke regala la sua voce a “Beautiful People”.

Il pezzo all’inizio parla di perdita e di caos ma alla fine lascia un messaggio di amore e speranza ed, a detta di Pritchard, Thom riesce a catturare alla perfezione la sua essenza.

Qui lo streaming:

 

Ritorno al passato: è online una Peel Session di Aphex Twin del 1992

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Paul Woolford, probabilmente,  ha deciso di fare le pulizie di primavera e forse così che ha ritrovato una registrazione che include una Peel Session del 1992 di Aphex Twin ed anche un suo live alla Sheffield Hallam University nel 1993

L’ha caricato su soundcloud per farci ascoltare quasi un’ora di Acid Old School

Eccolo:

I Massive Attack, Kate Moss e la lampadina

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Sceneggiatura: stanza buia, ragazza con un cavo elettrico nero in mano che a mò di lazo agita una ecolampadina.

Ecco, così sulla carta direste che i Massive Attack forse a corto di budget o di idee si sono lanciati su un video low profile, ed invce no. Niente di tutto questo.

La ragazza in questione è la top model, clubber, Kate Moss che con un body color carne ed in un continuo chiaro scuro si muove e si contorce al ritmo di Ritual Spirit, il brano cantato da Azekel che fa parte dell’omonimo EP uscito a Febbraio.

Il video è stato realizzato da Medium e da Robert Del Naja, che un bel pomeriggio hanno chiamato l’amica Kate, hanno affittato uno studio ed hanno girato chiedendo a lei di danzare sola nel buio per creare una situazione intimista e rituale, proprio come l’essenza del brano.

La stessa Moss si dice molto contenta perché i Massive Attack sono suoi amici da anni e lei non ha dovuto pensarci due volte quando gliel’hanno chiesto.

D’altronde come darle torto, chiunque – potendoselo permettere- sarebbe felice di indossare una tutina color carne e danzare con una lampadina in mano per i Massive Attack.